Oggi in Italia, il settore produttivo, della ricerca ed innovazione e della cultura, necessitano più che mai di interventi finalizzati a rilanciare la competitività delle imprese italiane e promuovere la crescita del Paese; a tal proposito, il legislatore tributario ha previsto, nel corso degli ultimi anni, una serie di misure di agevolazione fiscale, tra cui il credito d’imposta.
In linea generale, si definisce credito d’imposta il credito che un soggetto matura nei confronti dell’erario dello Stato e che riduce l’ammontare di debiti e imposte dovute oppure, quando ammesso, ne permette il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi. Questa misura di agevolazione fiscale viene oggi utilizzata per incoraggiare i progetti di ricerca, favorire gli investimenti in zone difficili come il Mezzogiorno o le aree colpite da sismi, sostenere il made in Italy all’estero ed incrementare la competitività delle imprese.
Possono accedere al credito d’imposta tutte le aziende senza distinzioni di forma giuridica o settore di appartenenza, ottenendo una serie di sgravi proporzionali ad una serie di spese potenzialmente sostenute come l’assunzione di nuovo personale, la formazione, l’avvio di processi di internazionalizzazione oppure l’acquisto di impianti, attrezzature, macchinari e beni immateriali.
Il credito d’imposta rappresenta quindi una grande opportunità di crescita per le aziende che possono, in questo modo, effettuare investimenti nel proprio sviluppo strategico e di mercato.
Il Patent Box è un regime opzionale di tassazione per i redditi d’impresa che prevede una maggiorazione del 110% delle spese sostenute per lo sviluppo, l’accrescimento, il mantenimento, la protezione e lo sfruttamento di determinati beni immateriali.
Il Patent box è una misura fiscale finalizzata ad incoraggiare le imprese negli investimenti nelle attività di R&S che portano ad incrementare il capitale intangibile dell’azienda (brevetti, design, software, modelli d’utilità).
Uno degli adempimenti fondamentali per quanto concerne la corretta fruizione del credito d’imposta beni strumentali riguarda l’apposizione della dicitura sulle fatture e gli altri documenti relativi all’acquisizione del bene; vediamo la gestione di tale onere documentale in caso di cumulo con la misura Nuova Sabatini.
Nella Gazzetta Ufficiale n. 268 del 16 novembre 2023 è stata pubblicata la Legge 13 novembre 2023, n. 162 di conversione del decreto Sud. La legge istituisce una nuova ZES unica per tutto il Mezzogiorno e che sarà operativa da gennaio 2024, andando a sostituire le otto zone economiche speciali già esistenti.
Con la sentenza n. 738 del 2023, la Corte di Giustizia delle Marche torna ad affrontare una serie di aspetti inerenti il corretto inquadramento del credito d’imposta R&S, i requisiti imprescindibili mutuati dal Manuale di Frascati e la questione del coinvolgimento del MiSe.
Il Decreto Legge n. 124/2023 istituisce, per l’anno 2024 e fino al 2026, la Zona economica speciale per il Mezzogiorno – “ZES unica” che comprende i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna e che sostituisce le attuali Zone economiche speciali frammentate in 8 diverse strutture amministrative.
In linea generale, il recapture consiste in un meccanismo di rideterminazione del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al fine di penalizzare azioni di cessione dei beni dal contesto aziendale.
Dal punto di vista soggettivo, il credito d’imposta per gli investimenti in beni strumentali è riconosciuto a tutti i soggetti titolari di reddito d’impresa, indipendentemente dalla natura giuridica, dalla dimensione aziendale e dal settore economico di appartenenza.
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