Oggi in Italia, il settore produttivo, della ricerca ed innovazione e della cultura, necessitano più che mai di interventi finalizzati a rilanciare la competitività delle imprese italiane e promuovere la crescita del Paese; a tal proposito, il legislatore tributario ha previsto, nel corso degli ultimi anni, una serie di misure di agevolazione fiscale, tra cui il credito d’imposta.
In linea generale, si definisce credito d’imposta il credito che un soggetto matura nei confronti dell’erario dello Stato e che riduce l’ammontare di debiti e imposte dovute oppure, quando ammesso, ne permette il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi. Questa misura di agevolazione fiscale viene oggi utilizzata per incoraggiare i progetti di ricerca, favorire gli investimenti in zone difficili come il Mezzogiorno o le aree colpite da sismi, sostenere il made in Italy all’estero ed incrementare la competitività delle imprese.
Possono accedere al credito d’imposta tutte le aziende senza distinzioni di forma giuridica o settore di appartenenza, ottenendo una serie di sgravi proporzionali ad una serie di spese potenzialmente sostenute come l’assunzione di nuovo personale, la formazione, l’avvio di processi di internazionalizzazione oppure l’acquisto di impianti, attrezzature, macchinari e beni immateriali.
Il credito d’imposta rappresenta quindi una grande opportunità di crescita per le aziende che possono, in questo modo, effettuare investimenti nel proprio sviluppo strategico e di mercato.
Il Patent Box è un regime opzionale di tassazione per i redditi d’impresa che prevede una maggiorazione del 110% delle spese sostenute per lo sviluppo, l’accrescimento, il mantenimento, la protezione e lo sfruttamento di determinati beni immateriali.
Il Patent box è una misura fiscale finalizzata ad incoraggiare le imprese negli investimenti nelle attività di R&S che portano ad incrementare il capitale intangibile dell’azienda (brevetti, design, software, modelli d’utilità).
La Legge di bilancio 2025 ha introdotto una serie di rilevanti modifiche al Piano Transizione 4.0 così come disciplinato dalla L.n.178/2020.
Il 2025, per il Piano Transizione 5.0, si apre con importanti modifiche introdotte dalla nuova Legge di bilancio di cui ai commi 427 – 429.
In questi giorni è arrivato il benestare della Commissione Europea sull’emendamento teso a modificare il Piano Transizione 5.0 e che verrà inserito nella Legge di bilancio. Le novità sono: semplificazione delle procedure di calcolo dei consumi energetici; possibilità di cumulo con altri incentivi nazionali ed europei; maggiorazione per tutte le tipologie di pannelli fotovoltaici realizzati in Europa; applicazione di un’aliquota unica per investimenti fino a 10 milioni.
Uno dei principi fondamentali alla base del Piano Transizione 5.0 è il principio del DNSH e che trova la sua radice nel Regolamento UE 2020/852 concernente la tassonomia per la finanza sostenibile in linea con gli obiettivi del Green Deal.
Il recapture consiste in un meccanismo di rideterminazione del credito d’imposta per investimenti in beni strumentali al fine di penalizzare azioni di cessione dei beni dal contesto aziendale a cui sono stati destinati e che avvengono entro un predefinito periodo di sorveglianza.
Ruoli e Responsabilità previsti dalla normativa per i soggetti abilitati al rilascio delle certificazioni ex- ante ed ex-post.
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