Oggi in Italia, il settore produttivo, della ricerca ed innovazione e della cultura, necessitano più che mai di interventi finalizzati a rilanciare la competitività delle imprese italiane e promuovere la crescita del Paese; a tal proposito, il legislatore tributario ha previsto, nel corso degli ultimi anni, una serie di misure di agevolazione fiscale, tra cui il credito d’imposta.
In linea generale, si definisce credito d’imposta il credito che un soggetto matura nei confronti dell’erario dello Stato e che riduce l’ammontare di debiti e imposte dovute oppure, quando ammesso, ne permette il rimborso in sede di dichiarazione dei redditi. Questa misura di agevolazione fiscale viene oggi utilizzata per incoraggiare i progetti di ricerca, favorire gli investimenti in zone difficili come il Mezzogiorno o le aree colpite da sismi, sostenere il made in Italy all’estero ed incrementare la competitività delle imprese.
Possono accedere al credito d’imposta tutte le aziende senza distinzioni di forma giuridica o settore di appartenenza, ottenendo una serie di sgravi proporzionali ad una serie di spese potenzialmente sostenute come l’assunzione di nuovo personale, la formazione, l’avvio di processi di internazionalizzazione oppure l’acquisto di impianti, attrezzature, macchinari e beni immateriali.
Il credito d’imposta rappresenta quindi una grande opportunità di crescita per le aziende che possono, in questo modo, effettuare investimenti nel proprio sviluppo strategico e di mercato.
Il Patent Box è un regime opzionale di tassazione per i redditi d’impresa che prevede una maggiorazione del 110% delle spese sostenute per lo sviluppo, l’accrescimento, il mantenimento, la protezione e lo sfruttamento di determinati beni immateriali.
Il Patent box è una misura fiscale finalizzata ad incoraggiare le imprese negli investimenti nelle attività di R&S che portano ad incrementare il capitale intangibile dell’azienda (brevetti, design, software, modelli d’utilità).
Con la Risposta ad Interpello n.37 del 18 febbraio 2025, l’Agenzia delle entrate torna sul Bonus Mezzogiorno e affronta i dubbi inerenti le modalità operative per la correzione degli importi degli investimenti precedentemente approvati ma poi oggetto di una variazione a seguito della restituzione parziale dei beni acquisiti.
L’Agenzia delle Entrate, con la Risposta ad Interpello n.69 del 07.03.25, chiarisce che il contribuente è tenuto a presentare la comunicazione preventiva se l’investimento agevolabile è stato formalmente avviato prima del 30 marzo 2024 anche se materialmente realizzato successivamente.
La disciplina sul credito d’imposta beni 4.0 riconosce che le attrezzature e gli oneri accessori sono ammessi al beneficio fiscale anche se non riconducibili ad alcuna delle categorie di beni indicati nell’Allegato A
Il 21 febbraio 2025, il MIMIT ha aggiornato le FAQ sul Piano Transizione 5.0. Diversi sono gli argomenti affrontati tra cui la sostituzione dei beni obsoleti, la portabilità della perizia tra la 4.0 e la 5.0, la cumulabilità e la vendita con riserva di proprietà.
La recente Sentenza n. 131/2024 della Corte di Giustizia di primo grado di Rimini torna ad ammonire la condotta ispettiva posta in essere dall’Agenzia delle Entrate che, nel caso di specie, è risultata deficitaria del necessario coinvolgimento di organi competenti a fronte del tecnicismo della materia.
La Legge di bilancio 2025 interviene anche sulla ZES unica, rinnovando la misura per gli investimenti che verranno realizzati dal 1° gennaio al 15 novembre 2025.
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