![](https://creditoimpostaitalia.it/wp-content/uploads/2021/10/Controlli-sulla-veridicità-del-Credito-dimposta-RS-dichiarato.png)
CONTROLLI SULLA VERIDICITÀ DEL
CREDITO D’IMPOSTA R&S DICHIARATO
Il Fisco e la Guardia di Finanza, enti preposti al controllo, stanno attualmente lavorando per identificare e, eventualmente, sanzionare tutte quelle aziende che hanno ricevuto illecitamente agevolazioni in compensazione tramite credito d’imposta per gli investimenti in ricerca e sviluppo.
“Queste analisi di rischio, condotte a livello centrale, consentono alle unità operative sul territorio di orientare l’attività in modo ‘chirurgico’ e con modalità istruttorie adeguatamente calibrate al profilo di rischio dei contribuenti selezionati“, afferma Giuseppe Arbore, capo del III reparto Operazioni del Comando generale delle Fiamme gialle. “Non di rado, costituiscono l’input anche per indagini di polizia giudiziaria riguardanti non solo i reati tributari ma anche altri fenomeni di illegalità collegati, come il riciclaggio e l’indebita percezione di finanziamenti pubblici“.
![](https://creditoimpostaitalia.it/wp-content/uploads/2021/04/judge-1587300_1280-e1618236079724.jpg)
La circolare interna dell’Agenzia delle Entrate del 28 luglio 2021 (0210419/21) inviata alle strutture locali mette i fari puntati su questa tematica, ed indica le procedure da seguire su come effettuare i controlli. In particolare, le verifiche del Fisco e la Guardia di Finanza verteranno su:
- documentazione contabile certificata dal soggetto incaricato della revisione legale o dal collegio sindacale o dal professionista incaricato, allegata al bilancio;
- registrazione dei costi sostenuti (e dunque dell’ammissibilità degli stessi).
La verifica attiene in particolare a: ammissibilità, effettività e inerenza dei costi che hanno concorso alla determinazione del credito di imposta.
Nel caso intervenga l’AdE, l’azienda è tenuta a tenere un dialogo diretto e tempestivo con l’Agenzia. Nella Circolare interna si propone un elenco non esaustivo di situazioni di indici di frode sul tema: si va dallo svolgimento di un’attività di R&S difficilmente compatibile con l’attività economica dichiarata/svolta alla presentazione di dichiarazioni dei redditi integrative relative a più anni, specie se trasmesse nello stesso giorno, per inserimento del quadro RU e dei crediti maturati, poi utilizzati in compensazione; dall’assenza di riferimenti ad attività di ricerca e sviluppo nei bilanci d’esercizio e/o mancata presentazione degli stessi all’utilizzo dei crediti d’imposta per il pagamento di ruoli, oneri fiscali e previdenziali relativi al personale, per rateizzazioni e controlli dei modelli di dichiarazione.
![](https://creditoimpostaitalia.it/wp-content/uploads/2020/02/income-tax-4097292_1920.jpg)
Inoltre, nel caso non si riesca a produrre una valutazione per la complessità del tema, è previsto pure l’intervento delle strutture del Ministero dello Sviluppo Economico, che potranno produrre un parere tecnico di supporto riguardo: il livello di novità del progetto intrapreso rispetto allo stato dell’arte del settore, e le incertezze scientifiche che hanno reso necessario i lavori di ricerca e sviluppo.
Se il Fisco o la Guardia di Finanza accertassero degli illeciti, l‘”indebita compensazione” è considerato un reato previsto dall’ordinamento penale italiano, che si configura quando il contribuente utilizza in compensazione dei crediti d’imposta inesistenti o non spettanti. In particolare, secondo l’art. 10 quater D.lgs. 74/2000, tale reato è punito con la reclusione da sei mesi a due anni chiunque non versa le somme dovute, utilizzando in compensazione (art.17 D.lgs. 241/1997) crediti non spettanti, per un importo annuo superiore a cinquantamila euro; mentre, per un importo annuo superiore ai cinquantamila euro il periodo di reclusione è incrementato, da un anno e sei mesi a sei anni.