Ottobre 20, 2022 NEWS / PNRR 0 Comment

IL PNRR E PATTI DI COLLABORAZIONE

Tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio urbano e culturale italiano rappresentano oggi le priorità fondamentali che dovrebbero dialogare e concretizzarsi in un’azione progettuale integrata, in un modello di governance in cui istituzioni e comunità civile sono sullo stesso piano in una logica di amministrazione condivisa.

Un approccio come quello sopra descritto trova indubbiamente le sue radici nella nostra Costituzione che statuisce ai sensi dell’art.118 comma 4 il principio della sussidiarietà orizzontale, in forza del quale lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali si impegnano a favorire l’autonoma iniziativa dei cittadini, in forma singola oppure associata, per lo svolgimento di attività volte alla cura di interessi generali e legati alla comunità di riferimento.

Ma come si costruisce un percorso di amministrazione condivisa? Quali sono gli strumenti per dare contenuto e concretezza ad un’alleanza tra cittadini ed istituzioni? Uno degli strumenti di maggior successo a disposizione delle istituzioni per affrontare iniziative di rigenerazione del tessuto urbano attraverso il coinvolgimento della comunità civile e la promozione di iniziative dal basso è il PATTO DI COLLABORAZIONE; attraverso tale istituto è infatti possibile disciplinare le modalità di collaborazione tra amministrazione e cittadini per la gestione condivisa di tutti gli interventi di cura e rigenerazione dei beni comuni urbani; l’obiettivo è definire le regole generali per dare concreta manifestazione della partecipazione degli individui alla vita della comunità locale.

Attraverso i patti di collaborazione si possono implementare tantissime attività, da quelle più ordinarie e di modesta entità (a titolo esemplificativo e non esaustivo: pulizia, imbiancatura, piccola manutenzione ordinaria, giardinaggio, allestimenti, decorazioni, attività di animazione territoriale, aggregazione sociale, comunicazione, attività culturali e formative), sino a quelle più complesse inerenti interventi di cura e rigenerazione di spazi e beni comuni dal particolare valore storico, culturale ed urbanistico.

Anche dal punto di vista delle forme di sostegno alle attività oggetto del patto di collaborazione, le azioni potenzialmente attivabili sono diverse e spaziano dall’assunzione da parte del comune di oneri per la realizzazione di interventi, all’ attribuzione di vantaggi economici a favore dei cittadini attivi, alla disposizione di esenzioni su specifici tributi, sino a facilitazioni di carattere procedurale in relazione agli adempimenti da sostenere per l’ottenimento di specifici permessi.

Da quanto esposto si può be comprendere come, attraverso lo strumento del patto di collaborazione, è possibile avviare processi civici che partono innanzitutto da un’interpretazione della complessità dei fenomeni urbani, dei bisogni e delle aspettative di una comunità nonché del suo rapporto con il contesto sociale di riferimento; in questa prospettiva, pertanto, rigenerare un luogo vorrà dire immaginare nuove strade, mitigarne le criticità e dare vita ad opere umane che solo chi vive dall’interno questi spazi potrà partorire.

L’istituto del patto di collaborazione, in virtù delle finalità sopra descritte, può svolgere un ruolo fondamentale anche all’interno del complesso meccanismo del PNRR. Al fine di fronteggiare nel modo più immediato l’emergenza pandemica, il PNRR ha seguito un percorso di scrittura, possiamo dire, non partecipato; il meccanismo alla base del piano incarna infatti una visione di sussidiarietà strettamente verticale in cui i fondi stanziati dall’Europa passano agli Stati e da questi alle Regioni e fino ad arrivare ai sindaci.

Per avere successo il PNRR deve adesso riuscire a creare processi solidali tra le pubbliche amministrazioni e la comunità civile;  quando iniziano ad entrare in gioco i livelli regionali, comunali e delle singole municipalità è infatti fondamentale alimentare una logica di pattuizione basata sull’incrocio tra politiche dall’alto e le esperienze multiattoriali dal basso, aprendo le porte a chiunque  voglia offrire il proprio personale contributo.

In quest’ottica, il ruolo delle organizzazioni della società civile, con il proprio bagaglio di saperi e competenze, è fondamentale per la buona riuscita del piano.  Lo strumento del patto di collaborazione può quindi rappresentare un’importante occasione per coniugare la programmazione dei fondi del PNRR con i processi dell’amministrazione condivisa mutuati dall’articolo 118 Cost, favorendo l’avvio di rapporti sinergici tra cittadini attivi ed enti locali, capaci di dare assieme contenuto e concretezza alle azioni previste dal PNRR attraverso forme di collaborazione pubblico privato che deve rappresentare il fil rouge sul quale muoversi per raggiungere alti traguardi , sempre nel rispetto delle reciproche competenze.

Se attuato in questa prospettiva, il PNRR può aprire la strada alla diffusione di nuovi paradigmi democratici e solidali basati sulla possibilità, per amministrazioni e cittadini, di co-gestire le risorse comuni in un’alleanza orizzontale tra soggetti pubblici, privati, del terzo settore, dei gruppi informali e dei singoli individui.

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