Giugno 20, 2025 Credito d'Imposta Beni Strumentali / Credito d'Imposta R&S&I&D / NEWS 0 Comment

TCF E GESTIONE DEL RISCHIO FISCALE:

UN’OPPORTUNITÀ ANCHE PER LE PMI

Il Tax Control Framework, quale strumento di rilevazione, misurazione, gestione e controllo del rischio fiscale all’interno del più ampio sistema di corporate governance dell’impresa, costituisce il requisito necessario per accedere ai regimi di cooperative compliance. L’adesione al regime di adempimento collaborativo, tramite l’adozione di meccanismi di individuazione e mitigazione del rischio fiscale all’interno di un’organizzazione, consente a quest’ultima di instaurare un dialogo preventivo con l’amministrazione finanziaria e pervenire in tal modo ad una valutazione congiunta delle condotte a maggior significatività di reato, prima dell’invio delle pertinenti dichiarazioni fiscali.

Il regime è riservato ai soggetti residenti e non residenti (con stabile organizzazione in Italia) che realizzano un volume di affari o di ricavi non inferiore a:

  • 750 milioni di euro per gli anni 2024 e 2025;
  • 500 milioni di euro per gli anni 2026 e 2027;
  • 100 milioni di euro, a partire dal 2028.

Il Decreto Crescita (D.L. 34/2019, convertito con modificazioni dalla L. 58/2019) ha aperto le porte dell’adempimento collaborativo anche alle PMI che non raggiungono le soglie di ricavo/volume d’affari sopra indicate ma che desiderano comunque beneficiare dei vantaggi del regime. Per queste PMI, l’adesione è definita volontaria e avviene a determinate condizioni:

  • Adozione di un sistema di gestione e controllo del rischio fiscale (TCF): anche le PMI devono dotarsi di un TCF adeguato alle loro dimensioni ed alla complessità delle loro operazioni. Sebbene la struttura possa essere più snella rispetto a quella di una grande impresa, l’essenza del TCF rimane la stessa: identificare, valutare, gestire e controllare il rischio fiscale.
  • Valutazione dell’idoneità del TCF: non basta adottare un TCF ma questo deve essere certificato da un professionista indipendente o verificato dall’Agenzia delle Entrate come idoneo a garantire l’efficacia del controllo del rischio fiscale.
  • Assenza di condanne per reati tributari: naturalmente, l’accesso è precluso a chi ha subito condanne definitive per specifici reati fiscali.

Dettagliando gli aspetti premiali legati all’adozione del regime di adempimento collaborativo, il principale vantaggio consiste nell’implementare un’interlocuzione costante e preventiva con l’Agenzia delle entrate, finalizzata a pervenire ad una congiunta valutazione delle situazioni suscettibili di generare rischi fiscali prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali. In tal modo, il contribuente ha la possibilità di fugare dubbi legati a situazioni di incertezza interpretativa e prevenire potenziali controversie fiscali.

L’articolo 6 del D. Lgs 128/2015 prevede diversi effetti di natura premiale per le imprese che intendono aderire al regime quali:

  • procedura abbreviata di interpello preventivo nell’ambito della quale l’Agenzia delle entrate si impegna a rispondere ai quesiti delle imprese entro 45 giorni decorrenti dal ricevimento dell’istanza o della eventuale documentazione integrativa richiesta. È inoltre prevista la possibilità di una interlocuzione preventiva rafforzata in caso di notifica di una risposta sfavorevole al contribuente;
  • regolarizzazione della posizione del contribuentein caso di adesione a indicazioni dell’Agenzia delle entrate e che comportano la necessità di effettuare ravvedimenti operosi, prevedendo un contraddittorio preventivo nonché modalità semplificate e termini ridotti per la definizione del procedimento;
  • disapplicazione integrale delle sanzioni amministrativeper i rischi fiscali comunicati in modo tempestivo ed esauriente, prima della presentazione delle dichiarazioni fiscali o prima del decorrere delle relative scadenze fiscali;
  • riduzione a metà delle sanzioni per le condotte riconducibili ai rischi fiscali non significativi ricompresi nella mappa dei rischi;
  • esonero dal presentare garanzie per i rimborsidelle imposte dirette ed indirette per tutto il periodo di permanenza nel regime;
  • possibilità di avviare interlocuzioni in seno al regime anche relativamente a fattispecie che insistono su annualità antecedenti all’ammissione, entro 120 giorni dal provvedimento di ammissione al regime;
  • causa di non punibilità relativamente alle fattispecie di reato di dichiarazione infedele ex art. 4 del decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74 e se il rischio è comunicato in anticipo;
  • riduzione dei termini di decadenza per l’attività di accertamento.

In sintesi, l’adempimento collaborativo rappresenta una svolta nella relazione fisco-contribuente. Sebbene nato per le grandi imprese, l’apertura alle PMI con l’adesione volontaria è un segnale forte verso un sistema fiscale più trasparente e meno conflittuale, dove la prevenzione e la fiducia reciproca giocano un ruolo centrale. Per una PMI, valutare attentamente i costi e i benefici dell’implementazione di un TCF e dell’adesione può tradursi in un vantaggio competitivo significativo.

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